Nel 2020 si celebrerà il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven (1770-1827). Chiunque ascolti la musica di Beethoven, resta colpito dal suo vigore e dalla sua profondità spirituale. Ciò è ancor più stupefacente se si considera che Beethoven soffrì di una sordità progressiva, che gli impedì di ascoltare molta della musica che componeva. La sordità non fu l’unico problema di salute di Beethoven. Fin dalla giovane età (probabilmente a seguito della precoce morte della madre), il compositore soffrì di crisi depressive e sviluppò una dipendenza all’alcool, che lo portava a consumare da 1 a 3 litri di vino al giorno. Grazie ai diari del compositore e dei suoi conoscenti, si sa che Beethoven prediligeva un vino ungherese di bassa qualità dal sapore dolciastro e fresco. Da questi dati inizia la nostra storia, un caso clinico che si incrocia con la Storia della Musica.
Beethoven morì a 56 anni dopo molti mesi di sofferenze: diarrea e costipazione, alterazioni dell’umore, epistassi, ematemesi, ascite, inappetenza e cachessia. I medici curanti (che Beethoven disprezzava, ritenendoli incapaci di fare il loro lavoro) tentarono di curarlo in ogni modo, ma le condizioni del compositore peggiorarono fino alla morte nel marzo del 1827. Fu chiesta un’autopsia e di questa si occuparono i due più illustri patologi viennesi dell’epoca, Johann Wagner e il giovane assistente Karl von Rokitansky. Dal verbale dell’esame autoptico, apprendiamo che Beethoven morì per le complicanze di una cirrosi epatica, la cui etiologia fu con ogni probabilità alcolica. L’addome conteneva abbondante liquido torbido (probabile conseguenza di una peritonite causata dalle numerose paracentesi eseguite per alleviare i sintomi del paziente), la milza era ingrandita e dura (esito dell’ipertensione portale), i reni tempestati di ascessi e il pancreas fibroso con dotti dilatati (esiti di una verosimile pancreatite cronica su base alcolica). Questa serie di reperti spiega molti dei sintomi e le ragioni della morte di Beethoven. Resta tuttavia inspiegabile la sordità del compositore. Fu un’associazione di patologie non correlate o la perdita dell’udito può ricondursi all’abuso alcolico?
Studi storici e tossicologici hanno evidenziato che il vino bevuto da Beethoven conteneva elevate quantità di piombo. Nell’Ottocento, tale metallo era illegalmente aggiunto a vini di bassa qualità per migliorarne il sapore e la freschezza.
Beethoven avrebbe potuto quindi soffrire di un’intossicazione cronica da piombo, secondaria al protratto e massivo consumo di vino contaminato. In linea con questa ipotesi, recenti esami condotti sui capelli e sulle ossa del compositore hanno documentato elevatissimi livelli di piombo. Come può, però, questo dato spiegare la sordità di Beethoven? Una delle possibili complicanze dell’intossicazione da piombo è, in effetti, la progressiva atrofia dei nervi acustici. In accordo con questo dato, Wagner e Rokitansky riportarono l’inusuale sottigliezza di questi nervi, segnalando il risparmio delle altre strutture dell’encefalo.
L’abuso alcolico e la conseguente intossicazione da piombo sembrano quindi spiegare molti aspetti della storia clinica, umana e musicale di Beethoven. Questi fatti ci ricordano come la grandezza di uomo e il suo posto nella Storia dipendano da molti fatti della vita quotidiana e dal complesso (e spesso ambivalente rapporto) tra salute e malattia.
Marco Pizzi
Anatomopatologo, Dottorando di Scienze Biomediche Sperimentali
Università Degli Studi di Padova