Le lesioni focali epatiche benigne sono sempre più frequentemente diagnosticate nella pratica clinica quotidiana in relazione al crescente utilizzo delle tecniche di immagine per lo studio dell’addome. Rappresentano quindi nella maggior parte dei casi riscontri incidentali, ed includono le cisti epatiche semplici e parassitarie e i tumori epatici benigni solidi. Questi ultimi sono un gruppo eterogeneo di lesioni, tra cui le più comuni sono rappresentate da angioma, iperplasia nodulare focale e adenoma che differiscono ampiamente in termini di prevalenza, rilevanza clinica, sintomatologia e storia naturale. Recentemente le principali società scientifiche coinvolte nella diagnosi, gestione e trattamento delle lesioni focali epatiche benigne hanno redatto un report che sintetizza le maggiori evidenze cliniche a disposizione sull’argomento (1). In questo approfondimento ci occuperemo delle lesioni focali epatiche benigne di più comune riscontro: cisti epatiche semplici ed angiomi epatici.
Le cisti epatiche semplici sono lesioni congenite, la maggior parte di esse presenta dimensioni minori di 3 cm, ma le cisti di maggiori dimensioni possono raggiungere 30 cm di diametro. Cisti multiple sono comuni nello stesso paziente, ma tale condizione è distinta dalla malattia policistica del fegato che è caratterizzata dalla presenza di più di 20 cisti epatiche. La prevalenza è compresa tra il 2,5% e il 18% nella popolazione adulta. Il loro riconoscimento è generalmente incidentale nel corso di esami di imaging, quali ecografia o tomografia computerizzata (TC). Il riscontro casuale di cisti semplici in un paziente asintomatico e con anamnesi negativa per malattie tumorali non sembra richiedere né trattamento né ulteriori controlli.
L’angioma epatico è la neoplasia benigna più frequente del fegato e la sua prevalenza oscilla tra il 2 e il 20 %, e questa variabilità dipende dalla modalità di diagnosi. L’angioma è più frequente nel sesso femminile e nel 60-80% dei casi il suo rilievo avviene nella fascia d’età compresa tra 30 e 50 anni. L’angioma può presentarsi solitario (con dimensioni che vanno dai pochi millimetri fino a 20 cm) o multiplo (soprattutto nelle donne), e può essere occasionalmente associato all’Iperplasia Nodulare Focale (un altro tipo di lesione epatica benigna). L’angioma viene definito “gigante” in caso di dimensioni superiori a 10 cm. La diagnosi di angioma è di solito occasionale e nei rari casi in cui la presenza di angioma si associa a sintomatologia possono essere presenti pesantezza o dolore addominale. In caso di angiomi molto voluminosi sono stati riportati sintomi legati a compressione degli organi vicini (come dolore addominale e vomito), o dovuti a insorgenza di sindrome da reazione infiammatoria, disturbi della coagulazione e ridotto numero di piastrine (Sindrome di Kasabach-Merritt). La causa degli angiomi non è nota e sono considerati malformazioni vascolari. L’influenza ormonale è stata suggerita, ma mai dimostrata chiaramente, e gli angiomi crescono di dimensioni anche in soggetti che non assumono farmaci estroprogestinici. Alcuni studi riportano che nel 40-60 % dei casi queste lesioni possono aumentare di dimensioni nel corso del tempo con una velocità di crescita variabile, di solito lenta e non correlata al sesso. I fattori che determinano la velocità di crescita non sono ben noti, sembra che abbiano un ruolo le dimensioni (i più voluminosi aumentato più velocemente) e l’età (è stata segnalata una velocità di crescita maggiore nei soggetti di età inferiore ai 30 anni e più lenta in quelli di età superiore a 50 anni). La complicanza principale, anche se rara degli angiomi, soprattutto di quelli più voluminosi (maggiori di 5 – 10 cm) è la loro rottura, con la possibilità di sanguinamento intra-addominale. L’aspetto dell’angioma epatico e la cisti epatica semplice ad un esame ecografico si possono vedere in figura 1.
Andrea Martini
Dirigente Medico
Clinica Medica 5
Università di Padova